Giacimenta, la prima sezione di Petrolio. Uomo e natura nell’era dell’Antropocene a cura di Michele Di Stefano e Francesca Corona, si è conclusa nel migliore dei modi possibili sia per il valore estetico delle performance che per il riscontro ottenuto presso pubblico e critica. Il progetto prende forma nelle sue articolazioni come risposta al dossier di Matera Capitale europea della cultura 2019, che ha posto le questioni ambientali tra i propri punti salienti: noi li affrontiamo secondo il nostro stile, fatto di intrecci pluridisciplinari e di espressioni artistiche dai linguaggi contemporanei.
Maria Hassabi, Alessandro Sciarroni, Silvia Rampelli: le tre performance di Giacimenta nel Parco del castello Tramontano, attraverso direttrici diverse, hanno dialogato intorno a tre aspetti fondamentali: il tema di una temporalità complessa e destrutturata; l’azione come testimonianza di esistenza rispetto alle minacce di una fragilità esistenziale; la necessità di ricostruire dalle fondamenta la relazione tra esseri umani e natura per avvertirsi come componente tra le altre di un tutto naturale.
L’aver riportato il complesso delle esibizioni in un sito come il Parco del castello Tramontano e il campus universitario, centrale e periferico nello stesso tempo per la città di Matera, ha creato un circuito positivo che ha dato rilievo al concept del progetto e ha dato al luogo un aspetto straordinario, ricco di sensazioni e suggestioni. Il parco, ridisegnato e ricomposto nella sua estensione da due palchi bianchi come punti dell’accadere performativo, è diventato centro di irradiazione energetica, capace di modificare la percezione consueta di un luogo familiare e dando nuova luce agli alberi, alla prospettiva della gravina, a un cielo solcato da voli di uccelli, e al castello Tramontano, che ha cessato di essere un semplice fondale, frammento di un improbabile Rinascimento.